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Come superare gli ostacoli all'applicazione della digitalizzazione
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- Analisi
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Il nostro studio di ricerca “Procurement 2025: La trasformazione digitale sta generando un procurement più efficace?” ha rilevato che un fattore principale tra i diversi ostacoli interni ed esterni alla digitalizzazione del procurement ha a che fare con la selezione delle persone giuste che ne permettano il funzionamento.
Quasi tre quarti (72%) dei responsabili del procurement intervistati indicano la mancanza di competenze come la principale barriera che impedisce di sfruttare al massimo il potenziale tecnologico. A tutto ciò si unisce la mancanza di supporto da parte dei venditori nell’applicazione delle nuove tecnologie, un problema per due terzi (66%) degli intervistati. Alcuni responsabili del procurement citano la terza tra le barriere percepite come le più frequenti, ovvero credono che la tecnologia non sia adeguata.
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Competenze mirate al successo
Per raggiungere i potenziali benefici offerti, le aziende prima di tutto devono fare un passo indietro e ripensare i propri processi, prendendo in debita considerazione il rapporto ottimale tra il fattore umano e le macchine. La competenza è un elemento di estrema importanza. Uno dei problemi principali è che molti team investono in tecnologia ma non cercano le competenze necessarie per far sì che la tecnologia lavori per loro.
Sfruttare al massimo i benefici di una tecnologia richiede persone con competenze specifiche, quali data scientist con elevate conoscenze analitiche e con una mentalità tecnologica, quindi in grado di capire il modo in cui si compone un software. Avere una buona familiarità con concetti come i database relazionali permette di gestire in modo appropriato i dati. Con l’automazione del lavoro meno specializzato, le persone hanno più tempo per dedicarsi ad attività maggiormente strategiche.
La "paura di essere tagliati fuori" (FOMO) non deve influenzare i processi decisionali
Spesso la "paura di essere tagliati fuori" (FOMO - fear of missing out) prende il sopravvento sul perseguimento di necessità definite e determina la decisione di acquistare una soluzione tecnologica. Un’ulteriore conseguenza di questo approccio conduce le funzioni di procurement a prendere le decisioni sbagliate, impedendo loro di sfruttare il pieno potenziale tecnologico a disposizione. Spesso le persone riconoscono i problemi da affrontare, ma invece di risolverne le cause più ovvie, ad esempio la visibilità e l’integrazione dei dati, si affidano a nuovi gadget o all’ultima e più entusiasmante soluzione, ritenendoli la panacea di tutti i loro problemi.
I fornitori di tecnologia possono contribuire direttamente al problema. Per la maggior parte si tratta di professionisti votati al prodotto e alle vendite che non badano troppo ai risultati generati per il cliente. I modelli di licenza incentivano la cultura del “vendi e scappa” tra i fornitori ma questo approccio causa spesso frustrazione tra i clienti. Questo significa che i benefici della tecnologia diventano sempre più difficili da ottenere e cambiare diventa arduo, a meno che i fornitori non comincino veramente a interessarsi ai risultati perseguiti dai loro clienti.
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Il procurement è un partner aziendale o un ostacolo?
La tecnologia e le competenze vanno a braccetto e sono fondamentali per creare una funzione di procurement ad alte prestazioni; questo vuol dire che in futuro le competenze in seno al procurement dovranno cambiare radicalmente. Se così avverrà il procurement avrà la tecnologia e le competenze per assumere a pieno titolo il proprio ruolo di partner aziendale; in caso contrario, potrebbe diventare un serio ostacolo per l’azienda.