Non solo un termine alla moda

Perché l’Industria 4.0 dovrebbe avere la priorità nel procurement

Che cos'è l’Industria 4.0? Quasi tutti ne hanno sentito parlare, ma sono poche le persone che riescono a spiegare di cosa si tratti e perché è fondamentale che i professionisti del procurement e della supply chain sappiano quali implicazioni può avere per la propria azienda. La situazione è destinata a cambiare perché l’Industria 4.0 avrà un impatto e un'influenza significativi sul futuro della supply chain e del procurement, incluse le competenze richieste ai consulenti.

I team di supply chain e procurement devono iniziare a dedicare tempo alla comprensione delle sfide che il settore o l'azienda in cui operano devono affrontare e quindi capire in che modo questa suite di tecnologie emergenti relative all’Industria 4.0, insieme alle persone, ai processi e alla governance opportuni possa essere adattata per risolvere le criticità della supply chain. 

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INDUSTRIA 4.0, 101 ... QUALI SONO I PRINCIPI FONDAMENTALI?

Industria 4.0, anche nota come quarta rivoluzione industriale, si basa su quattro pilastri fondamentali:

  • Interoperabilità: la capacità della tecnologia e delle persone di comunicare in modo efficace attraverso l'Internet delle Cose (Internet of Things, “IoT”).
  • Trasparenza delle informazioni: offrire agli operatori informazioni adeguate a prendere decisioni e condividere dati e nozioni da qualsiasi punto lungo il processo.
  • Assistenza tecnica: la capacità di fornire assistenza alle persone nel prendere decisioni e nella risoluzione dei problemi, soprattutto nel caso di compiti complessi o pericolosi. 
  • Decisioni decentralizzate: la capacità della tecnologia di prendere decisioni indipendenti e svolgere compiti in autonomia con un intervento umano ridotto al minimo.

Se questi principi vengono applicati correttamente, esiste un'opportunità concreta per l'innovazione dell’Industria 4.0 di portare miglioramenti radicali alle supply chain e di influenzare il ruolo in costante evoluzione dei team di supply chain e procurement.

L’Industria 4.0 può avere conseguenze diverse a seconda del settore ed è formata da varie componenti, tra cui la manifattura additiva, i sistemi cyber-fisici, l'IoT, la disponibilità on-demand di risorse informatiche e il cognitive computing. I vantaggi di Industria 4.0 comprendono: 

I VANTAGGI COMPRENDONO:

  • Maggiore flessibilità della supply chain grazie a diversi elementi presenti nell'"ecosistema" Industria 4.0, tra cui la manifattura additiva e i sistemi di tracciabilità basati su blockchain.
  • Miglioramento della continuità aziendale grazie ad attività di manutenzione e monitoraggio avanzate.
  • Maggiore qualità dei prodotti grazie al miglioramento reso possibile dall'IoT.
  • Maggiore produttività attraverso l'ottimizzazione e l'automazione.
  • Migliore gestione del tempo attraverso la raccolta di dati in tempo reale per una supply chain in tempo reale.

Come sarà il futuro?


OLTRE I RISPARMI SUI COSTI

Gli esperti di supply chain e procurement sanno bene come valutare le supply chain e ottenere risparmi sui costi. Tuttavia, in prospettiva futura, le aziende e i governi che adottano un approccio top-down devono considerare un ampio ventaglio di benefici, tra cui la flessibilità della supply chain e l'integrazione dei principi di valore sociale. 

Ad esempio, il governo britannico ha introdotto di recente il Social Value Model, per aiutare le comunità locali a gestire e a risolvere le conseguenze post COVID-19. Questa nuova politica attribuisce alle imprese la responsabilità di offrire opportunità professionali a coloro che hanno perso il lavoro o che sono assunti a contratto determinato, e si applica in particolare a quei settori con un livello elevato di occupazione o che potrebbero registrare lacune di competenze in settori a crescita elevata.

Il valore sociale e la responsabilità dei produttori sono importanti per Ashish Gadnis, co-fondatore di BanQu, Inc., la prima piattaforma non crittografata di tracciabilità delle supply chain basata sulla blockchain, il quale afferma che "Ignorare le responsabilità dei produttori e la conformità a politiche di responsabilità etica e professionale non è più un'opzione possibile. La mancanza di rispetto alle norme ha un costo".

Con un compito più ampio in ambito sociale e di compliance, gli esperti di procurement e supply chain possono posizionarsi in modo strategico nel settore. La modalità di lavoro è incentrata più sulla strategia che sulla parte transazionale per lasciare spazio all'innovazione, utilizzare i dati in modo più efficiente e prendere decisioni su fattori di rilievo che potrebbero incidere sulle attività come la garanzia delle forniture, l'impatto ambientale e la trasparenza della supply chain. 

A tal proposito, la trasparenza della supply chain può essere un elemento positivo. Rohit Sathe, Chief Procurement Officer di Sunrise Medical, azienda che produce e progetta sedie a rotelle e dispositivi per la mobilità a livello globale, concorda e afferma che "L'interconnessione e la trasparenza [del procurement] favoriscono la fiducia e un livello di informazioni uniforme all'intero ecosistema e nei confronti di ciascun stakeholder". 

La trasparenza è inoltre un elemento fondamentale per favorire una maggiore flessibilità della supply chain, soprattutto se si considerano le numerose interruzioni occorse durante l'anno. L’Industria 4.0 si trova al centro di questo percorso e sarà determinante per la gestione dei rischi della supply chain.

COMPETENZE IN EVOLUZIONE, RUOLI DEDICATI

Se implementato correttamente, il modello di Industria 4.0 è nella posizione ideale per fornire assistenza durante la transizione, attraverso l'automatizzazione delle decisioni transazionali e guidando il processo decisionale per garantire che i team di procurement si sentano facilitati e non travolti dai dati. 

Paul Crayford, Client Partner di Aera Technology spiega: "Al momento, siamo sommersi dalle informazioni ma ancora non stiamo prendendo le decisioni migliori. Negli ultimi 15-20 anni sono stati investiti miliardi nelle tecnologie aziendali, ma la produttività non è migliorata. Ogni singola tecnologia, o anche solo l'80-90% delle tecnologie è volto a migliorare i processi produttivi, non quelli decisionali". 

Se i team di procurement dedicano l'80% del loro tempo solo per navigare tra i dati, queste dinamiche devono essere capovolte. Pertanto, le aziende devono usare la tecnologia per diventare più agili e lasciare che i team di supply chain e procurement si concentrino sulla pianificazione strategica a più lungo termine. Le esigenze in continua evoluzione preludono alla nascita di un numero maggiore di ruoli dedicati alla comprensione e all'analisi dei dati per aiutare le aziende a colmare questo gap. Come afferma Paul Crayford, "La supply chain deve essere agile per rispondere alle sfide. L'agilità batte la pianificazione. Se si investe sull'agilità, il rendimento è dieci volte maggiore. Se i progettisti, o il team di procurement, impiegano settimane per individuare la causa di un problema e prendere una decisione, non siamo di fronte a un processo agile".

In un contesto agile, la capacità di tradurre i dati in conoscenze pronte all'uso assume un'importanza rilevante. Molte organizzazioni dispongono di un'enorme quantità di dati ma non hanno le competenze per elaborare e condividere le informazioni e trasformarle in conoscenze da utilizzare a vantaggio dell'azienda. Pertanto, il compito dei team di supply chain e procurement è quello di ottenere quotidianamente i dati da fonti diverse e comunicare le informazioni necessarie per alimentare la strategia. 

Le attività di procurement basate sui dati sono destinate a integrare le competenze più tradizionali anziché sostituirle completamente. "Necessitiamo di persone con competenze generiche che conoscano le basi del procurement", afferma Ashish Gadnis. "Il cambiamento climatico, le disuguaglianze di genere, il lavoro minorile, l'approvvigionamento non etico, tutti all'interno del procurement, indipendentemente dal loro ruolo, devono conoscere questi temi". In alternativa, si può sempre scegliere di tenere separati i ruoli, che è la strada preferita da Richard Trower, Group Procurement Director presso un'azienda alimentare del Regno Unito, Samworth Brothers.

I would prefer to have someone who is a data analyst. I want someone who is going to be holding my feet to the fire about what they’ve analysed from the data and asking difficult questions.
Richard Trower, Group Procurement Director, Samworth Brothers

Nel frattempo, Rohit Sathe concorda sul fatto che il ruolo di leadership nel procurement deve adattarsi alla natura mutevole della tecnologia. "Il ruolo del procurement dovrà essere quello di individuare la tecnologia giusta e attuarla", commenta Rohit Sathe. 

"Credo che i responsabili del procurement debbano innanzitutto accettare e comunicare al team che, nel prossimo futuro il lavoro non sarà più quello di negoziare contratti, ma di sviluppare nuove tecnologie. Questo non significa che si perderanno posti di lavoro, ma è necessario portare il proprio know how per capire come applicarlo al procurement", ha continuato.

I think the biggest role is for procurement leaders is to embrace, execute and make your team aware that, in the near future, you may not be doing the job of negotiating but developing new technologies. That doesn’t mean the loss of roles; you need to bring your knowhow about how it works in the space of procurement.
Rohit Sathe, Chief Procurement Officer, Sunrise Medical

Inizia il viaggio


LA TRASFORMAZIONE NON È SOLO TECNOLOGIA

L’Industria 4.0 e la trasformazione digitale vanno oltre la tecnologia. Le società devono considerare il modo in cui le persone interagiscono con i processi tenendo conto degli elementi che aggiungono più valore ai clienti. Ecco cosa ne pensa Ashish Gadnis. 

At the end of the day, the people in our procurement [and] supply chains are just awash with information and data. They're at the point where businesses are reliant on them working outside of standard processes to get the job done.
Ashish Gadnis, Co-founder & CEO, BanQu, Inc.

Egli aggiunge anche che spesso esiste un'idea sbagliata secondo la quale sono necessarie enormi quantità di dati e di investimenti per far decollare i progetti. "Si tratta di uno degli ostacoli maggiori in cui mi imbatto nella funzione acquisti delle grandi aziende perché esiste questa idea sbagliata della necessità di effettuare investimenti massicci, di possedere enormi quantità di tecnologia e server. Ma non c'è bisogno di nuove tecnologie per rendere il processo di procurement sostenibile, efficace in termini di costo e di parità di genere".

Pertanto, la situazione non deve necessariamente essere così complessa. I grandi progetti di trasformazione spesso non rappresentano l'approccio corretto. Come suggerisce Rohit Sathe, "Nelle prime fasi, fare enormi investimenti in tecnologie non ha senso perché i vantaggi potrebbero non essere visibili".

Iniziate individuando il percorso adeguato per costruire il giusto approccio per la vostra azienda. "Nel procurement, userei tecnologie che possono determinare un aumento significativo sia dei ricavi sia dell'efficienza", afferma Rohit Sathe. In questo caso, si riferisce al fatto di implementare un sistema ERP standard a livello di azienda. "In questo modo è possibile apportare all'azienda molto più valore anziché dotarla di una torre di controllo per dare visibilità alla supply chain", ha concluso. 

You need to have agility in your supply chain to be able to respond to challenges. Agility trumps planning ... If it takes planners or your procurement team weeks to determine the root of a problem and make a decision, that’s not agile.
Paul Crayford, Client Partner, Aera Technology

DIMOSTRARE IL VALORE

Grazie all'attuazione di una solida strategia, le aziende possono fare enormi passi avanti nella giusta direzione. Iniziare gradualmente significa anche apprendere in corso d'opera e risolvere eventuali criticità più velocemente. "Il mio consiglio è quello di iniziare gradualmente in modo da rispettare gli impegni assunti", afferma Ashish Gadnis, i cui progetti hanno ottenuto risultati importanti, in particolare evidenziando la presenza di varie truffe grazie alle sue ricerche approfondite sulla supply chain. Il suo consiglio è quello di sviluppare un percorso che fornisca il valore desiderato e risponda alle esigenze dell'azienda, iniziando gradualmente e con un approccio pragmatico. 

Rohit Sathe concorda con un'implementazione graduale, soprattutto per le aziende di piccole e medie dimensioni. "Le società piccole, pensano in grande ed è facile assecondarle", afferma. Per i team di supply chain e procurement che iniziano il viaggio è un'esperienza esaltante, "È possibile lasciare un segno tangibile e definire gli obiettivi da raggiungere". Iniziare con progetti pilota è il modo migliore per testare l'implementazione prima di impegnare enormi quantità di tempo e di risorse economiche.

CREARE LE BASI

Per favorire l’Industria 4.0 e la trasformazione digitale, i team di supply chain e procurement devono tenere presente che è necessario coinvolgere le persone e i processi all’interno dell’organizzazione. È probabile che i processi e i sistemi esistenti non siano sufficientemente sviluppati, prevenendo la possibilità di progredire in modo adeguato. 

Si tratta di un problema ricorrente, individuato da Richard Trower, il quale afferma che "se non ci si assicura che i processi funzionino e che i dati parte integrante del sistema, è un problema". Ma ci sono diversi modi per risolvere questo problema, come ad esempio aggiornare i processi. I processi e gli strumenti aziendali potrebbero presentare lacune che necessitano di investimenti in software e, grazie alla collaborazione con i fornitori di dati che possono apportare le loro competenze, è possibile attuare quel cambiamento utile nel lungo termine. 

In alcuni casi, le competenze richieste per l’implementazione delle soluzioni adottate e l’inserimento dei dati necessari non esistono. In questo caso, le aziende devono essere pronte a investire nella formazione di queste competenze e a fornire assistenza al team durante il periodo di transizione. Non bisogna temere di ricorrere ad aiuti e competenze esterne. Come spiega Ashish Gadnis, gli esperti sono tantissimi, basta farci una chiacchierata. "Rivolgetevi a persone competenti come quelle di Efficio, perché in fin dei conti, sono due le cose importanti: primo, serve coraggio; secondo, occorre effettuare una mappatura della propria supply chain. In caso contrario, non è possibile implementare la tecnologia richiesta".

VANTAGGIO, INDUSTRIA 4.0 

Non più solo un termine alla moda, l’Industria 4.0 può avere un impatto concreto sulle aziende se compresa e integrata correttamente all'interno dei team e dei processi esistenti. L'introduzione delle adeguate tecnologie parte dell’Industria 4.0 si tradurrà in un enorme vantaggio competitivo. Inoltre, offre sviluppi concreti sul futuro del procurement e sulla possibilità di cambiare in meglio il nostro modo di lavorare. È chiaro che quando le aziende guardano oltre i risparmi sui costi e prendono in considerazione le garanzie, la flessibilità e le politiche sull'impatto ambientale, il rispetto dei valori sociali e gli aspetti di buona gestione,legate alla supply chain, l’Industria 4.0 diventa fondamentale per intraprendere questo viaggio.

In primo luogo, è necessario che le aziende procedano alla valutazione dei modelli operativi di procurement e supply chain esistenti, incluse la loro struttura e le competenze dei consulenti, affinché possano promuovere l'innovazione e attuare le soluzioni di Industria 4.0. L'implementazione da parte dei team di supply chain e procurement deve avvenire in modo strutturato e non per singola iniziativa. Non è sufficiente considerare solo le tecnologie più all'avanguardia, ma vanno valutate anche le competenze e i nuovi processi necessari per attuarla al fine di raggiungere gli obiettivi stabiliti, oltre a tutti i vari requisiti necessari per continuare a conseguire i risultati nel lungo periodo.

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