Come ripartire e ricostruire delle supply chain più forti dopo l’epidemia di COVID-19

La fine dell’inizio, non l’inizio della fine

Dopo che l’impatto diffuso del COVID-19 è diventato evidente, è entrata in gioco la gestione della crisi. Le aziende si sono adoperate per garantire il benessere dei propri dipendenti e della società, e allo stesso tempo hanno fatto il possibile per proteggere le proprie attività stabilendo delle nuove baseline, riducendo i costi e salvaguardando la liquidità. Nelle ultime settimane, la maggior parte delle imprese si è impegnata come mai prima d’ora per garantire la propria sopravvivenza, e i team addetti alla supply chain hanno combattuto questa battaglia in prima linea.

Tuttavia, l’identificazione dei segnali e la decisione di agire sono arrivate in ritardo; o forse, per meglio dire, non è stato possibile intervenire in maniera più tempestiva a causa dei metodi di lavoro profondamente radicati, della scarsa agilità o della paralisi indotta dal panico. Mentre ci avviciniamo ad una situazione di stabilità indubbiamente fragile, dobbiamo porci due domande:

  1. Come faranno le imprese e le catene di fornitura a ripartire?
  2. Come faranno ad adattarsi e a prosperare in questa incerta “nuova normalità marcata dall’incertezza?

D’ora in poi dobbiamo agire con rapidità e risolutezza. Il successo o il fallimento in questa fase avranno conseguenze molto più determinanti rispetto agli eventi recenti.

Parte 1: Ripartire

Le imprese che pianificano con anticipo la ripartenza dopo l’epidemia di COVID-19 e affrontano gli ostacoli con determinazione saranno in grado di aggiudicarsi un vantaggio competitivo.

Complessità della supply chain

L’ecosistema degli acquisti e della supply chain è diventato molto efficiente negli ultimi 20 anni al prezzo di una crescente complessità e di una minore agilità che potrebbero rivelarsi uno svantaggio a seguito del COVID-19.

Ad esempio:

  • La stratificazione della supply chain è aumentata, a discapito della trasparenza
  • I beni e i servizi arrivano da più lontano, aumentando il rischio geopolitico
  • La gestione just in time è diventata sempre più diffusa, riducendo al minimo i margini di errore
  • La pianificazione delle vendite e degli ordini (S&OP) è diventata più accurata, limitando la capacità di gestire gli imprevisti
  • La gestione del magazzino è diventata più integrata, creando confusione in termini di gestione del rischio
  • I modelli di gestione del personale sono diventati più fluidi, aumentando le fluttuazioni della loro domanda

Questo non significa che le aziende devono ripartire da zero ed ignorare l’attuale maniera di lavorare: sotto molti punti di vista hanno funzionato alla perfezione, ma l’importante è esserne consapevoli. Le imprese devono prepararsi a investire tempo ed energia per rivalutare in maniera critica le proprie catene di fornitura, ponendo l’accento sulla capacità di ripresa e sull’agilità. A monte, però, deve esserci uno sforzo coordinato per rimettere in moto la supply chain.

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